Il 20 ottobre 2021 il Parlamento Europeo ha votato un’importante risoluzione intitolata “Dal produttore al consumatore”, nella quale sono indicate in maniera dettagliata tutte le misure da adottare per rendere la filiera alimentare sostenibile dal punto di vista ambientale ed economico.
Nella risoluzione si afferma, in particolare, che «l’uso incauto di pesticidi è una fonte significativa di inquinamento atmosferico, idrico e del suolo, e incide negativamente sulla salute umana, animale e vegetale; è pertanto necessario intensificare gli sforzi per ridurre significativamente la dipendenza, il rischio e l’uso di pesticidi nocivi, nonché l’uso di fertilizzanti e antibiotici».
La necessaria riduzione di pesticidi e antibiotici è un argomento di notevole rilevanza perché incide significativamente sulla qualità, la produzione e i costi delle derrate alimentari.
Tra le tante soluzioni, quali la difesa integrata, l’agroforestazione, l’agroecologia, l’agricoltura biologica e le tecniche agricole di precisione, è emersa con forza l’idea di utilizzare l’ozono diluito in acqua e olio e applicato alle diverse colture.
Secondo quanto riportato da “Agronotizie”, il 23 settembre a Bruxelles nella “Commissione Health and Food Safety” si è discusso di approvare l’ozono come sostanza di base battericida, fungicida, insetticida, nematocida e viricida.
Infatti, grazie alle sue notevoli capacità ossidanti, l’ozono è in grandi di svolgere una funzione antiparassitaria senza il rilascio di residui né di inquinanti. In maniera del tutto naturale, dopo aver svolto la sua funzione, l’ozono (O3) ridiventa ossigeno (O2).
“Agronotizie” riporta che la proposta discussa a Bruxelles precisa che l’ozono verrebbe prodotto in sito e il trattamento avverrebbe tramite acqua “ozonizzata” spruzzata sugli apparati fogliari e diffusa attraverso l’irrigazione.
Sempre secondo quanto riporta “Agronotizie”, voci critiche in merito all’utilizzo dell’ozono verrebbero da alcuni settori dell’EFSA (European Food Safety Authority), perché non ci sarebbero abbastanza studi sulle soglie limite di quantità e di concentrazione che potrebbero rendere tossica l’acqua ozonizzata.
Per quanto riguarda l’Italia, è stato sperimentato l’utilizzo di olio ozonizzato sia in vitro che in campo.
In particolare è stato utilizzato l’olio ozonizzato per verificare la sua efficacia contro la “Xylella fastidiosa”, il batterio che è all’origine del disseccamento rapido dell’olivo: una gravissima fitopatologia che ha colpito la Puglia ed in particolare la zona del Salento.
Per saperne di più, “Orbisphera” ha intervistato la Professoressa Gabriella Pasqua, Pro-Rettrice alla Formazione superiore e permanente, Coordinatore del Dottorato in Biologia Ambientale ed Evoluzionistica, Professore Ordinario di Botanica, Responsabile del Laboratorio di Biotecnologie Cellulari Vegetali del Dipartimento di Biologia Ambientale dell’Università di Roma “La Sapienza”.
Come ha conosciuto la capacità curative dell’ozono?
Soffro da diversi anni di una patologia alla colonna vertebrale, una anterolistesi che mi dà molti problemi, dolori, parestesia ad un arto inferiore, ecc. Mio marito, medico, tre anni fa ha partecipato ad un corso di aggiornamento ed uno degli argomenti riguardava il trattamento con ozono di diverse patologie osteoarticolari, compresa la mia. Ho contattato così il Prof. Vincenzo Dell’Anna che mi ha curata con l’ozono per un anno. Ho riscontrato un grande miglioramento sia nel dolore che nell’infiammazione, e quindi nel movimento.
Quando ha cominciato a conoscere l’utilizzo dell’ozono nel mondo vegetale?
Durante le sedute, visto il mio ruolo di Professore di Botanica dell’Università “La Sapienza” di Roma, abbiamo parlato della possibilità di trattare le piante con ozono, sia come corroborante per migliorare la crescita ma anche per contrastare le patologie causate da patogeni. In particolare, abbiamo discusso sulla possibilità che l’ozono potesse essere efficace contro la “Xylella fastidiosa”, il batterio che ha causato la morte degli ulivi secolari nel Salento in Puglia.
Attualmente non c’è una cura, anche perché in Italia non è possibile usare antibiotici sulle piante, per evitare di aumentare la resistenza agli antibiotici. Le attuali misure di difesa sono finalizzate a limitare l’espansione del fronte epidemico controllando l’insetto vettore attraverso trattamenti insetticidi che vengono eseguiti obbligatoriamente in campo prima che l’insetto diventi adulto e in grado di infettare.
Quindi abbiamo ipotizzato che l’ozono, con riconosciute proprietà antimicrobiche, potesse essere testato come trattamento sulle piante attaccate dal patogeno. E per questo abbiamo pensato di utilizzare olio ozonizzato.
Che tipo di sperimentazione è stata utilizzata per verificare l’efficacia dell’olio ozonizzato nel contrastare la “Xylella fastidiosa”?
Sono state avviate due tipologie di sperimentazione in vitro direttamente su una coltura del batterio, in collaborazione con il CREA - Centro di Ricerca per la Patologia Vegetale di Roma. È stata inoltre avviata una sperimentazione direttamente in campo che è ancora in corso.
Suo figlio ha sperimentato l’olio ozonizzato in pieno campo, può dirci quali sono stati i risultati?
L’imprenditore agricolo Ing. Filippo Salvatori, proprietario dell’azienda agricola “Miniera d’olio” in Ostuni (Br), ha sperimentato l’olio ozonizzato su 400 alberi secolari e 1.000 alberi piccoli della coltivar Ogliarola facendo tre trattamenti con olio ozonizzato. I risultati per adesso sono solo visivi. Le piante hanno mostrato un ottimo sviluppo vegetativo ed una buona produttività in quantità e qualità di olive.
Sulla base di tali risultati lei consiglierebbe l’olio ozonizzato per la difesa delle colture da batteri e parassiti nocivi?
Non sono in grado di dire se l’ozono sia efficace nel combattere la Xylella. Per verificarlo si devono fare dei test molecolari, che sono in grado di dimostrare se c’è un abbattimento del patogeno sulle piante malate. Il Dott. Dell’Anna sta raccogliendo i dati sperimentali che saranno resi noti appena possibile.
Sicuramente l’olio ozonizzato ha un’azione corroborante che, favorendo lo stato di salute ottimale delle piante, le mette anche nella condizione di attivare le risposte di difesa e contrastare i patogeni. Inoltre il trattamento con ozono può stimolare la produzione di metaboliti secondari con azione antimicrobica da parte della pianta stessa.
È vero che l’olio ozonizzato è un ottimo corroborante per la crescita di tutti i vegetali? Può spiegarci come funziona?
A questo proposito, è importante fare chiarezza. L’ozono gassoso si trova nell’atmosfera e può diventare tossico per tutti gli organismi quando la sua concentrazione supera le soglie consigliate. L’olio ozonizzato, invece, viene miscelato con acqua e utilizzato in agricoltura e sulle piante a diverse concentrazioni. È un corroborante, migliora le difese naturali delle piante e non crea nessuna fitotossicità.
L’ozono viene insufflato nell’olio con particolari procedimenti, al punto che diventa stabile nel tempo e di conseguenza stoccabile, trasportabile e applicabile in ambienti aperti come il campo agricolo, anche dopo molto tempo dalla sua produzione.
Sono a conoscenza che l’olio ozonizzato è stato testato su diverse colture vegetali. Sulla vite ha ridotto l’infezione fungina. Sul melo, con applicazioni fogliari a trattamenti ripetuti, ha ridotto l’infezione da oidio e ha contrastato l’infezione da afidi agendo sulle forme mobili. Mi sento di consigliarlo in ogni tipo di coltura nelle giuste concentrazioni.
FONTI:
Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org
Per una conoscenza più approfondita delle capacità curative dell’ozono, si consigliano i libri:
Antonio Gaspari, “Ozono: una cura per la vita”
Antonio Gaspari, “Ozono solidale: una rivoluzione!”