«L’obiettivo è fare in modo che tutta la popolazione del Benin possa curarsi con l’ossigeno ozono terapia, soprattutto in questo momento in cui stanno crescendo i casi conclamati di Covid-19».
A parlare così è l’Ing. Francesco Treccani, Past President del Rotary Club Rodengo Abbazia, tra i primi a proporre un progetto che permetterà alla popolazione del Benin di usufruire delle risorse terapeutiche dell’ozono per un’ampia gamma di patologie.
Sulla base dell’esperienza accumulata attraverso anni di utilizzo dell’ozonoterapia presso l’Ospedale Fatebenefratelli “Saint Jean de Dieu” di Tanguieta (
http://www.tanguieta.org), diretto dal medico chirurgo Fra Fiorenzo Priuli, il progetto prevede di estenderne la pratica e i benefici nei seguenti centri ospedalieri del Benin: Maison Saint Jean de Dieu (Cotonou), Centre de Santè St Jean de Dieu (Porga), Hopital La Croix (Zinvié), Centro sanitario Anastasis (Cotonou), Hopital Evangélique (Bembereke), Facoltà di Medicina dell’Università di Parakou.
Insieme alla fornitura di apparecchiature mediche, il progetto prevede la formazione del personale sanitario locale sulle indicazioni terapeutiche e sui protocolli di utilizzo dell’ozonoterapia nei suoi diversi metodi, nonché la formazione di un manutentore per le apparecchiature.
Inoltre per tre anni tutte le applicazioni dell’ossigeno ozono terapia verranno monitorate e verificate, al fine di redigere un rapporto medico scientifico che certifichi i risultati del progetto e l’efficacia della pratica medica applicata alle diverse patologie.
Il 28 luglio sono state consegnate al Rotary le 9 apparecchiature per la produzione di ozono medicale destinate al progetto. L’atto di consegna si è svolto alla presenza del Prof. Marianno Franzini, Presidente SIOOT International, e in collegamento web con: Prof. Luigi Valdenassi, Presidente SIOOT Italia; Ing. Stefano Terletti, Presidente del Rotary Club Rodengo Abazia; Ing. Francesco Treccani, Past President del Rotary Club Rodengo Abbazia; Dott. Antonio Galoforo del Rotary Club Castiglione delle Stiviere, Direttore scientifico del progetto.
Le apparecchiature raggiungeranno il Benin alla fine di settembre.
La formazione del personale sanitario sarà coordinata dal Dott. Antonio Galoforo, Direttore scientifico del progetto, il quale raggiungerà a metà ottobre l’equipe dell’Hospital “Saint Jean de Dieu” preparata da Fra Fiorenzo Priuli.
Il progetto, sotto forma di “Global Grant” sostenuto dalla Rotary Foundation, ha avuto anche l’avallo e il sostegno del Ministro della Salute del Benin. Insieme alla Rotary Foundation, è stato inoltre finanziato dal Rotary Club Rodengo Abbazia, dal Rotary Club Lovere Iseo Breno, dal Rotaract Franciacorta Oglio e dalla Onlus “O3 for Africa” presieduta dal Dott. Galoforo, con il supporto di Multiossigen SpA, partner tecnologico dell’iniziativa.
Si tratta di un progetto umanitario che promette enormi benefici sanitari e che potrebbe essere provvidenziale anche per contrastare la pandemia di Covid-19.
Il Benin ha poco più di 11 milioni di abitanti. Secondo l’associazione umanitaria “Mani tese”, alla data del 13 luglio si contavano nel Paese 1.378 casi e 26 decessi da Covid. Il numero di positivi al Covid sta crescendo anche nei Paesi confinanti: Togo, Nigeria, Burkina Faso, Niger.
Per meglio conoscere la natura, la realizzazione e le finalità di questo bellissimo progetto umanitario, “Orbisphera” ha intervistato l’Ing. Francesco Treccani che, insieme al Dott. Antonio Galoforo, è stato l’ideatore e promotore del progetto.
Tutto ha avuto origine nel 2018, quando, grazie all’amicizia e alle cure del Dott. Galoforo, l’Ing. Treccani ha conosciuto i benefici dell’ossigeno ozono terapia.
In seguito a ciò, Treccani ha invitato al Rotary Club Rodengo Abbazia, di cui all’epoca era Presidente, prima il Dott. Galoforo e poi Fra Fiorenzo Priuli.
Il Dott. Galoforo ha spiegato in dettaglio i fondamenti scientifici e le applicazioni pratiche dell’ozono nella cura di diverse patologie.
Fra Fiorenzo Priuli è una figura leggendaria. Ha fondato e dirige l’ospedale “Saint Jean de Dieu” di Tanguieta, in Benin, dove trascorre in sala operatoria dodici ore al giorno. È un uomo di una generosità infinita. A chi gli chiede come fa ad avere tanta energia, Fra Fiorenzo risponde: «Donare è la mia missione. Ogni volta che riesco a salvare una vita sento una luce nel cuore». In Africa parlano di lui come di “un angelo del bene”.
Fra Priuli è stato tra i primi in Africa ad utilizzare l’ossigeno ozono terapia fin dal 2007, grazie alle apparecchiature donate dalla Onlus “O3 for Africa”. A tale proposito, ha dichiarato che «le applicazioni dell’ozono sulle malattie danno una risposta quasi miracolosa».
Agli amici del Rotary ha raccontato della sua esperienza di medico chirurgo in Benin, e ha illustrato i grandi benefici dell’ozonoterapia che, oltre ad essere rapida ed efficace, è facile da usare, non lascia residui, non ha effetti secondari ed è anche estremamente economica.
Dopo questi due incontri, il Rotary Club Rodengo Abbazia ha deciso di dare il via al progetto, che è stato predisposto dall’Ing. Treccani insieme al Dott. Galoforo. Sottoposto preliminarmente al Distretto Rotary 2050, il progetto è stato poi presentato alla Rotary Foundation che lo ha approvato e finanziato.
L’entusiasmo è stato tale che il Rotaract Franciacorta Oglio lo ha adottato come progetto dell’anno.
Treccani ha spiegato che il progetto, fortemente “people oriented”, risponde esattamente ai principi del Rotary per la prevenzione e la lotta alle malattie. In questo stesso ambito è famosa la lotta intrapresa da anni dal Rotary per la eradicazione della poliomielite nel mondo, che sta ormai per essere vinta (
https://www.endpolio.org/it).
«Siamo molto contenti – ha affermato l’Ingegnere – di poter contribuire al diritto alla salute della popolazione del Benin, con una pratica medica innovativa, efficace, priva di rischi e applicabile per una vasta gamma di patologie».
«Inoltre – ha concluso Treccani – sarà provvidenziale poter disporre dell’ossigeno ozono terapia per arginare la diffusione del Covid-19, come già diversi studi condotti dal Dott. Galoforo e dalla Comunità scientifica hanno evidenziato. Si tratta dunque di un progetto che potrebbe essere replicato in tanti altri Paesi africani».
Servizio a cura di Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org