«In uno degli ultimi controlli per rinnovare le cure i medici hanno cominciato a parlare di amputazione della gamba destra… ero molto preoccupata e dolorante, poi ho incontrato il dott. Giuseppe Masiello che con l’ozono mi ha guarita».
Chi parla così è la signora Anna Palumbo, 86 anni, da quattro in carrozzella a causa di una arteriopatia ostruttiva degli arti inferiori al quarto stadio.
Ha raccontato la signora Anna:
«Era il 14 agosto del 2016, stavo male. Mi hanno portata in ospedale e, dopo due giorni, ho visto che la gamba destra mostrava una larga bruciatura. Mi avevano praticato, in termini tecnici, una “causticazione”, probabilmente per una trombosi alla gamba. I medici non mi hanno mai confermato questa diagnosi, sta di fatto che avevo la gamba ustionata con ferite e piaghe che non si chiudevano.
Nei successivi 4 anni mi hanno curato le ferite con garzine imbevute di medicinali disinfettanti. Sono andata avanti con medicamenti di ogni tipo. Le ferite non si sono rimarginate, al contrario sono diventate sempre più infette. L’infezione ha mangiato il muscolo. Perdevo liquidi. Si vedeva l’osso anche sul piede. La necrosi mi ha rovinato i tendini. I dolori erano sempre più forti e non mi facevano dormire la notte. La circolazione di sangue nelle gambe sempre più carente. In uno degli ultimi incontri i medici mi hanno detto che, per evitare l’infezione generalizzata, non c’era alternativa all’amputazione.
Fu in quel momento che si è pensato all’ossigeno ozono terapia. All’inizio di marzo ho incontrato il dott. Giuseppe Masiello che mi ha praticato subito una grande autotrasfusione con ozono dopo avermi messo una sacca chiusa sulla gamba, nella quale ha iniettato ozono. Mi sono sentita subito meglio. I dolori si sono attenuati e la ferita alla gamba ha cominciato a chiudersi. Si è ridotta mentre ricresceva la pelle intorno.
Ho pensato all’ozono perché, già nel 1983, aveva salvato mio marito. Gli avevano diagnosticato un tumore alla colonna vertebrale e gli davano un mese di vita. Stava male ed era stanchissimo, finché non provammo ad andare in Germania dove c’era un medico che praticava l’ossigeno ozono terapia. Dopo le cure di quel medico mio marito è vissuto abbastanza bene per più di vent’anni. Per questo avevo fiducia che l’ozono mi avrebbe aiutato a guarire.
Adesso sono molto contenta perché la ferita si sta rimarginando per intero. Sto meglio e sto pensando a come riconquistare la deambulazione. Sono molto grata al dott. Masiello e all’ozonoterapia. Ne parlo sempre con le mie amiche».
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Per comprendere in che modo è stato possibile guarire una gamba che sembrava destinata all’amputazione, “Orbisphera” ha intervistato il dott. Giuseppe Masiello, medico chirurgo associato alla SIOOT (Società Scientifica di Ossigeno Ozono Terapia) ed esperto in terapia del dolore.
Il dott. Masiello lavora all’Hospice “Villa Eden” di Turi e pratica l’ozonoterapia al Polimedical IGEA di Capurso. Due strutture mediche della provincia di Bari.
Ha raccontato il dott. Masiello:
«Agli inizi di marzo di quest’anno sono stato contattato dal figlio della signora Anna. Mi ha riferito delle ulcere negli arti inferiori che non guarivano, anzi stavano peggiorando. La signora Anna era in cura da circa quattro anni, ma la situazione sembrava stesse precipitando, perché si erano esposti gli ossi e il tendine tibiale era stato rimosso manualmente. Si era creata una situazione di sovrainfezione batterica con necrosi. L’ulcera sulla gamba destra si era allargata da metà della tibia fino al piede compreso il quarto dito con l’osso esposto.
Era una condizione ai limiti dell’amputazione, i chirurghi ci stavano pensando.
Con urgenza ho iniziato a curare la gamba della signora Anna con l’ossigeno ozono terapia. Già dalla prima seduta ho praticata la grande autoemo e con una sacca ho fatto una specie di iperbarica locale. I miglioramenti si sono visti già dalla seconda seduta, perché la signora mi ha riferito che si era ridotta la sintomatologia dolorosa.
Anche dal punto di vista clinico era evidente una riduzione dell’infiammazione. Sono andato avanti assistendo ad un miglioramento obiettivo della ferita con una riduzione del tessuto necrotico, la formazione di nuovo tessuto epiteliale ed un recupero della funzionalità delle gambe. Un risultato incredibile se si pensa che all’eco color doppler risultava che la signora aveva un residuo di funzionalità arteriosa sull’arto destro del 20% e sull’arto sinistro del 30%.
Quindi la signora non poteva più camminare per la pochezza del sangue che arrivava alle gambe. Ora a piccoli passetti riesce ad alzarsi dalla sedia per mettersi a letto, a muoversi per andare in bagno e svolgere piccole azioni della vita quotidiana. Questo ha contribuito a migliorare anche il suo umore.
La signora è un’infermiera professionale in pensione, per questo era cosciente che stava andando verso l’amputazione. Ha lavorato in sala operatoria e ha visto piaghe e ferite anche peggiori. Sapeva che era destinata all’amputazione degli arti.
Sappiamo che, con quel tipo di ferite, non arriva ossigeno alle gambe. La componente infettiva va a creare una ulteriore ipossia e i vasi locali si ischemizzano. Essendoci scarsissima deflusso del sangue, non c’è possibilità che arrivino né i globuli bianchi per combattere l’infezione né i globuli rossi necessari ad alimentare la rigenerazione dei vasi. L’ossigeno ozono terapia è efficace perché ha una funzione antibatterica, antivirale e antitrombotica.
Mi sono sempre occupato di ulcere nelle persone anziane e i risultati ottenuti con l’ozono sono stupefacenti. I tempi di guarigione, per esempio. In condizioni normali ulcere di questo tipo, se tutto va bene, hanno bisogno almeno di un anno di cure. Invece in quattro mesi…
Posso dire che diversi pazienti che non abbiamo trattato con l’ozono terapia li abbiamo persi a causa di sovrainfezioni batteriche e antibiotico resistenza, con sopravvenuto shock settico e arresto cardiaco.
Per questi motivi diventa importantissimo poter dotare tutti gli ospedali e tutti gli ambulatori in cui si trattano pazienti geriatrici, pazienti allettati con piaghe, con il catetere e soggetti a infezioni urinarie, di pratiche mediche di ossigeno ozono terapia, che diventa così una terapia salvavita.
L’utilizzo dell’ozono diventa fondamentale anche nella sanificazione di sale operatorie e reparti di rianimazione, che sono i luoghi dove albergano con più frequenza i batteri che scatenano l’antibiotica resistenza.
Se riuscissimo a bloccare a monte la fonte di contagio delle infezioni nosocomiali, potremmo curare e guarire con più efficacia i pazienti, magari riuscendo ad evitare le morti post infezioni nosocomiali.
Il mio è un invito ai colleghi medici e alla gestione politica perché prendano in considerazione le soluzioni che l’ozonoterapia sta offrendo. Spero che più ospedali possibili utilizzino l’ozono e che si formino sempre più ozonoterapeuti di cui il sistema sanitario ha sempre più bisogno».
Interviste raccolte da Antonio Gaspari
Direttore Orbisphera
www.orbisphera.org